Orazio: la ricetta della felicità. Come la gastronomia può insegnare a vivere
PIVA ANTONIA
2011, p. 80
Osanna Edizioni
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La scoperta di un nuovo piatto rende l’uomo molto più felice della scoperta di una stella: la frase scritta da Brillat-Savarin nel 1825 ci dice che la felicità transita per la tavola. Ma già Orazio aveva fatto transitare per il palato, con garbo ironico, la metafora del vivere. Egli ama parlare di cibo, ama scrivere di cucina. E quando vuole elogiare il sereno rapporto vita/morte, ricorre a un’immagine gastronomica: et exacto contentus tempore vita/cedat uti conviva satur, terminato il tempo della vita, lasciarla come un convitato sazio (Sat. I, 1, 118-119).
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